Mi scuso subito per l’espressione che ho usato nel titolare questa pagina che vi scrivo. L’alternativa che pongo potrebbe sembrare strana se non addirittura irriverente. Ma non è l’incarnazione del Figlio di Dio che è in discussione, bensì il “per noi” di questa incarnazione. Penso che leggendo quanto segue capirete che l’espressione è quella più adeguata.
L’evento del Natale, e uso “evento” piuttosto che festa o celebrazione perché il Natale per il cristiano “accade” come un pezzo di storia nella quale è personalmente coinvolto, l’evento del Natale, dicevo, ci ha fatto presente un Dio fattosi storia, un Dio fattosi carne nella nostra carne, un Dio che viene dalla carne di Maria per divenire carne dell’umanità intera e di ogni uomo.
Quindi, parlare del Natale è far memoria di un Dio che si “pone dentro” non fuori, e, come dice una bellissima antifona dei vespri, è “fare di Cristo il cuore del mondo”. Di conseguenza, per il cristiano, il Dio incarnato farà sì che la sua vita venga costruita attorno a Cristo, apprendendo, convertendosi ogni giorno, a fare di Cristo il cuore del suo mondo.
Eccovi ora una normale conversazione, nel bel mezzo della settimana, di una delle nostre famiglie.
Il papà, seduto a tavola con la sua famiglia per la cena, democraticamente chiede dove e come passare il fine settimana. E fioccano le proposte dei ragazzi: “Andiamo in campagna dalla nonna! Andiamo a sciare sulla neve! Andiamo a visitare il museo! Andiamo tutti al cinema”. Dopo aver udito le varie proposte dei figli, la mamma chiede: “E come facciamo con la santa messa?”. Il papà risponde prontamente: “Troveremo il modo di ‘incastrarla’ in qualche modo”.
Capite ora cosa intendo dire con quel titolo. Il nostro, tante volte, non è un Dio che si è fatto carne, cuore del nostro mondo e del nostro modo di vivere, ma semplicemente è un “Dio incastrato, un Dio infilato dentro” in qualche modo, dentro le nostre attività e i nostri passatempi. Non occupa il centro. Non si fanno i programmi partendo da Lui, Non diventa l’elemento discriminante e determinante. Semplicemente, lo si incastra tra le tante cose da fare e che ci piace fare.
Possiamo pensare di aver vissuto il Natale, e, forse, abbiamo goduto anche di una bella celebrazione, ma poi è la vita quotidiana che ci dice che Natale era veramente, che Dio è il Dio fattosi carne a Betlemme, e lo spessore reale che ha nella nostra vita.
Insomma, pensiamoci: “Il mio Dio si è veramente incarnato o semplicemente è un Dio incastrato?”.
La domanda vale per voi e vale anche per me.
Un abbraccio
P. Franco