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Gruppo 2 – OperAzione famiglia

… IERI

• Nel novembre del 2013 nasce il terzo gruppo delle giovani coppie (7). Pochi ma fedeli sempre. Figli: 5 e altri in arrivo. Noto che: delle coppie che si sposano in un anno e si fermano a vivere nella nostra parrocchia solo 1/3, di quelle che rimangono in parrocchia, segue poi il percorso post-matrimoniale.

……..FINO AD OGGI
il gruppo che era il 3 accoglie al suo interno 5 nuove coppie appena sposate. In questo modo i gruppi sono due.

Nel 2015 il gruppo si chiamerà: “operAzione famiglia”. Si incontrano la domenica alle ore 19.00 e terminano con un buffet.

DIARIO DEGLI INCONTRI:

 

TEMA DELL’ANNO: esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris Laetizia.

Incontro del 20 novembre: capitolo IV – l’Amore nel matrimonio – la Pazienza.

Incontro del 22 gennaio: capitolo IV – l’Amore nel matrimonio – la Benevolenza.

Incontro del 19 febbraio: capitolo IV – l’Amore nel matrimonio – l’Invidia

Incontro del 19 marzo: capitolo IV – l’Amore nel matrimonio – senza vantarsi o gonfiarsi

 

Il tema dell’incontro è stato preparato da Barbara e Bruno e da Debora e Giorgio che raccontano come il lavoro sia stato prezioso per le dinamiche di coppia, divenendo l’occasione per portare alla luce (e sotto una luce diversa) alcune criticità su cui interrogarsi, mettersi in discussione e anche perdonarsi.

In effetti l’orgoglio è una debolezza comune a molti che spesso induce la solitudine all’interno della coppia. Può essere la mamma che non riconosce al papà le sue stesse capacità nei confronti dei figli, e che pertanto gli nega autorevolezza in famiglia (e viceversa); può essere l’atteggiamento autoritario che si sperimenta in ambito lavorativo e che poi si riporta anche a casa; può essere un atteggiamento di competizione lavorativa o sociale.

Come ci ricorda p. Franco “La verità è sinfonica”, nella coppia, come nella vita, “ non è importante pensare la stessa cosa, ma pensare insieme”.

Di seguito si riporta il testo dell’Amoris Laetizia nei punti 97 e 98 e le riflessioni proposte da Debora, Giorgio, Barbara e Bruno:

Senza vantarsi o gonfiarsi

  1. Segue l’espressione perpereuetai, che indica la vanagloria, l’ansia di mostrarsi superiori per impressionare gli altri con un atteggiamento pedante e piuttosto aggressivo. Chi ama, non solo evita di parlare troppo di sé stesso, ma inoltre, poiché è centrato negli altri, sa mettersi al suo posto, senza pretendere di stare al centro. La parola seguente – physioutai – è molto simile, perché indica che l’amore non è arrogante. Letteralmente esprime il fatto che non si “ingrandisce” di fronte agli altri, e indica qualcosa di più sottile. Non è solo un’ossessione per mostrare le proprie qualità, ma fa anche perdere il senso della realtà. Ci si considera più grandi di quello che si è perché ci si crede più “spirituali” o “saggi”. Paolo usa questo verbo altre volte, per esempio per dire che «la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica » (1 Cor 8,1). Vale a dire, alcuni si credono 77 grandi perché sanno più degli altri, e si dedicano a pretendere da loro e a controllarli, quando in realtà quello che ci rende grandi è l’amore che comprende, cura, sostiene il debole. In un altro versetto lo utilizza per criticare quelli che si “gonfiano d’orgoglio” (cfr 1 Cor 4,18), ma in realtà hanno più verbosità che vero “potere” dello Spirito (cfr 1 Cor 4,19). 
  1. È importante che i cristiani vivano questo atteggiamento nel loro modo di trattare i familiari poco formati nella fede, fragili o meno sicuri nelle loro convinzioni. A volte accade il contrario: quelli che, nell’ambito della loro famiglia, si suppone siano cresciuti maggiormente, diventano arroganti e insopportabili. L’atteggiamento dell’umiltà appare qui come qualcosa che è parte dell’amore, perché per poter comprendere, scusare e servire gli altri di cuore, è indispensabile guarire l’orgoglio e coltivare l’umiltà. Gesù ricordava ai suoi discepoli che nel mondo del potere ciascuno cerca di dominare l’altro, e per questo dice loro: «tra voi non sarà così» (Mt 20,26). La logica dell’amore cristiano non è quella di chi si sente superiore agli altri e ha bisogno di far loro sentire il suo potere, ma quella per cui « chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore » (Mt 20,27). Nella vita familiare non può regnare la logica del dominio degli uni sugli altri, o la competizione per vedere chi è più intelligente o potente, perché tale logica fa venir meno l’amore. Vale anche per la famiglia questo consiglio: 78 «Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili» (1 Pt 5,5).

Riflettiamo insieme:

Quante volte siamo riusciti a mettere da parte l’orgoglio ed ad essere umili nella nostra quotidianità. Quante volte siamo riusciti a metterci da parte e capire le esigenze e i bisogni degli altri, senza pretendere di “sapere sempre tutto”, e mostrarci umili.

Molto spesso ci sentiamo superiori e, magari anche solo per orgoglio, non accettiamo che anche l’altro possa essere migliore di noi; invece dovremmo imparare proprio a fermarci e stare al nostro posto!

Provando a riflettere a coppie, pensiamo a:

 

  1. quando abbiamo avuto un atteggiamento pedante e aggressivo, ritenendoci superiori (nell’affrontare qualche situazione, nel prendere alcune decisioni o durante una discussione) ?
  1. quando, invece, siamo riusciti a farci da parte ed ad avere un atteggiamento di umiltà e a riconoscere anche i meriti dell’altro?
  1. una volta individuati i due momenti, proviamo a chiedere al nostro compagno/compagna come si è sentito in quelle particolari situazioni, se c’è stato qualcosa che lo ha ferito maggiormente e cosa ha pensato e, nel secondo caso, cosa gli ha fatto piacere.

 

Dopo l’incontro…

“COMPITI PER CASA”: proviamo nel prossimo mese a fermarci a riflettere, almeno una volta a settimana, su cosa abbiamo fatto per cercare di guarire l’orgoglio e coltivare l’umiltà e, se ci sarà possibilità, nel prossimo incontro, fare un breve punto della situazione, o, in caso non ci fosse la possibilità, ogni coppia potrebbe farlo per proprio conto o magari insieme ad un’altra coppia in altre occasioni (a casa, fuori a cena…), continuando così a darci possibilità e opportunità di incontro al di fuori della parrocchia).